Spopola il documentario di Totti, i fan impazziscono per il capitano

Il docufilm girato da Alex Infascelli, Mi chiamo Francesco Totti, ha inondato qualsiasi discussione social, entrando subito in tendenza nelle prime posizioni di ogni piattaforma. “Ho pianto. Totti oltre il calcio”, il commento su Instagram del cantante romano Ultimo, commosso mentre inquadra l’immagine di Francesco in lacrime davanti alla curva sud nel giorno del suo addio agli scarpini. Simone Perrotta, compagno di squadra nella Roma, e campione del mondo nel 2006 con Totti, non riesce a trattenersi di fronte all’inquadratura dell’allora capitano giallorosso, seduto da solo prima di entrare in campo per l’ultimo saluto a un Olimpico imbottito di lacrime e amore. “In questo momento sono come tutti quei tifosi che piangevano allo stadio nel giorno del tuo addio”

C’è anche chi sottolinea la mancanza di qualche riferimento a Daniele De Rossi, erede diretto della fascia da capitano. “Mi ha sorpreso che sull’amicizia con De Rossi non ha fatto neanche un accenno”, scrive Marco, indicando un dettaglio che a tanti non è sfuggito. Ma il coro social è tutto malinconico e si unisce nella richiesta di un ritorno a Trigoria di Totti, una richiesta comune ai Friedkin per rivedere nell’organigramma del club giallorosso il simbolo della storia romanista.

La morte del papà Enzo (chiamato lo Sceriffo), a ottobre, per covid, lo stesso virus che ha messo Francesco a dura prova nelle ultime settimane, debilitandolo parecchio, e facendo coincidere l’uscita della pellicola a lui dedicata con uno dei periodi più difficili della sua vita. Non ha infatti presenziato all’uscita del film nelle sale a margine della festa del cinema di Roma, e ha faticato a rivederlo proprio per la presenza costante del papà. Tra i messaggi non ci sarà sicuramente quello di Luciano Spalletti, tecnico che nella pellicola viene ricordato non con piacere da Totti, che lo accusa di avergli reso impossibili gli ultimi due anni di carriera.

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