Spegne 39 candeline la duchessa più invidiata e copiata del mondo, diventata speciale quando il suo destino ha intrecciato quello di William, rampollo d’oro di casa Windsor, e nei quasi dieci anni in cui ha rivestito il ruolo di moglie del principe (aggiunti ai precedenti 9 di fidanzamento) non ha mai smesso di crescere dal punto di vista “professionale” per arrivare a quel grado di perfezione (reale o apparente, non importa) richiesta a chi voglia candidarsi con sicurezza al ruolo di regina consorte. Will, primogenito di Carlo e della compianta Lady Diana, è infatti secondo in linea di successione al trono – per ora saldamente tenuto dalla 94enne regina Elisabetta II – ma potrebbe perfino scalzare suo padre per diventare re prima del tempo. Eventualità rispetto alla quale Catherine non si farà trovare impreparata.
Sin dall’inizio del suo mandato Kate si è fatta portavoce delle difficoltà legate alla genitorialità e convinta sostenitrice di progetti incentrati sulla famiglia e i bambini, come il recente “Tiny Happy People”, nonché paladina nella lotta contro lo stigma che affligge chi soffre di problemi mentali, causa cui si dedica con passione fin dalla nascita di Heads Togheter, fondazione creata a sei mani dai duchi di Cambridge con il principe Harry, ai tempi in cui era ancora scapolo.
Kate non è una di noi, ma lo è stata e ha saputo lavorare su se stessa per raggiungere un obiettivo: sentirsi a proprio agio in un ruolo difficile da gestire perfino per chi reale lo è per nascita.People incorona Kate Middleton “regina di campagna”
