Luigi Manconi diventato cieco da anni: “Non so che faccia abbia Obama”

“Tutto quello che non ho filmato nel cervello prima della mia patologia, mi è visivamente sconosciuto” racconta Luigi Manconi.

Luigi Manconi

“Per esempio, io non so che faccia abbia Obama. Nel 2008, quando venne eletto, non ero già più in grado di memorizzarne il volto. Direi che ha una testa ovaloide. È così? Anche Giovinco, per dire, eroe della mia epopea sportiva. È venuto dopo, e io non so immaginare i tratti del suo viso, né riconoscerne movenze e traiettorie sul campo”. Così si apre l’intervista di Luigi Manconi a La Repubblica. Manconi è un politico, un sociologo e un critico musicale italiano: nel 2013 gli è stato affidato l’incarico di presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani.

Convivere con la cecità

Luigi Manconi è ipovedente: l’uomo ha un “residuo visivo non superiore a un ventesimo” (detto tecnicamente) all’occhio sinistro e zero al destro. “Tutto quello che non ho filmato nel cervello prima della mia patologia, mi è visivamente sconosciuto” commenta Manconi.

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Per Luigi Manconi, però, la cecità non è un problema: questo handicap non lo definisce. “Lo dico a quelli con cui entro in contatto, molti lo apprendono all’improvviso. Di solito, mi danno una pacca lieve sul braccio e mormorano: scusa, non sapevo. Scusa di che? Io sono più cose: politico, docente universitario, padre di tre figli. In più ho anche un handicap. Anche, capisce. Handicap che, oltretutto, posso affrontare con i privilegi di classe e di censo che comporta la mia condizione sociale”.

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“Già dal 2005 sapevo del glaucoma, che si sommava a una forte miopia, a un distacco della retina, e a tanti altri guai dei miei occhi. Ma non immaginavo un peggioramento tanto rapido” racconta Manconi a La Repubblica. Il momento in cui si è accorto davvero di cosa stava succedendo, però, è arrivato solo due anni dopo. “Novembre 2007, credo. Ero sottosegretario alla Giustizia e alla Camera dovevo dare il parere del governo su emendamenti e mozioni. Da un po’ mi ero accorto che la situazione del mio visus si stava aggravando. Cominciai, ma da lì a poco mi accorsi di non riuscire a leggere neanche mezza riga”.

Luigi Manconi

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