Variante Indiana arrivata in Italia: di cosa si tratta, cosa dobbiamo temere

Si aggiunge alla lunga lista di mutazioni del virus anche la variante indiana. Cosa sappiamo su questa ulteriore versione del Covid.

Variante indiana Covid FOTO Getty Images
Variante indiana Covid FOTO Getty Images

Variante indiana, è una ulteriore mutazione del Covid ed è arrivata anch’essa in Italia, al pari delle altre ormai ben note. Dopo quella inglese, quella brasiliana, la giapponese, la sudafricana e la nigeriana, ora ecco sorgere una nuova versione del virus.

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Questo ha portato l’Italia a chiudere gli aeroporti e le frontiere nel nostro Paese in generale a chi ha soggiornato in India nel corso delle ultime due settimane. Nonostante ciò, risultano per l’appunto esserci dei casi segnalati in Veneto, con il governatore Luca Zaia che ha parlato di due situazioni specifiche.

Si tratta di un uomo e della figlia, attualmente in isolamento domiciliare a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. “L’Istituto Zooprofilattico del Veneto ha dato conferma della cosa, stiamo seguendo la situazione senza preoccupazione”.

I controlli del caso stanno avvenendo anche in altre regioni, e nel Lazio in particolare. Nella provincia di Latina ha sede una comunità molto folta di origine Sikh. Qui si contano circa 300 individui positivi, con anche oltre una trentina di minori, su un totale di 15mila persone.

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Variante indiana, la preoccupazione dei virologi

Il virologo Fabrizio Pregliasco ha descritto le principali peculiarità della variante indiana, che si differenzia dalle altre per alcune particolari proprietà. Ospite della trasmissione ‘Agorà’ su Rai 3, il dottor Pregliasco ha parlato di “due mutazioni all’interno della proteina Spike che il virus sfrutta per penetrare nel nostro organismo.

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Questo aspetto facilità l’attacco del virus”. Ma lo stesso sostiene che la comunità medico-scientifica non ha ancora una idea ben precisa su quale sia il livello di contagiosità in paragone alle altre varianti ed alla versione originaria del virus. Naturalmente occorrerà anche testare la bontà dei vaccini attualmente esistenti.

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Ad oggi uno studio realizzato in Israele avrebbe confermato una protezione parziale offerta dal vaccino Pfizer. Quel che sembra evidente è che la variante indiana sia dotata, al pari delle altre mutazioni, di una elevata capacità di trasmissione. Ed il fatto che sia già presente in Italia significa quasi sicuramente che ormai potrebbe essersi diffusa ovunque.

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