AstraZeneca, l’allarme dell’immunologa: “No a seconda dose ai giovani”

Il vaccino AstraZeneca fa di nuovo preoccupare tutti dopo la morte della 18enne che lo aveva ricevuto all’Open Day. Il pensiero dell’esperta.

Vaccino AstraZeneca
Vaccino AstraZeneca FOTO Getty Images

AstraZeneca, tutta l’Italia è in allarme dopo la morte della povera Alice Canepa. La giovane, una 18enne di Sestri Levante sportiva e perfettamente in salute, aveva ricevuto il vaccino sviluppato dall’azienda di biofarmaceutica anglo-svedese.

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Era avvenuto lo scorso 25 maggio, ma dopo 8 giorni la ragazza ha sviluppato una trombosi gravissima tale da condurla alla morte dopo qualche giorno di ricovero in ospedale. Ora il vaccino di AstraZeneca viene visto di nuovo con grande sospetto dopo questo tragico episodio.

Già nei mesi scorsi si era avuta una forte enfasi su questo ritrovato su altri casi letali scaturiti sempre da situazioni legate a trombosi improvvise dopo la vaccinazione. In merito a ciò, i giovani non dovrebbero sottoporsi alla seconda dose di AstraZeneca.

Lo ha fatto sapere la immunologa Antonella Viola nel corso di un suo intervento alla trasmissione “8 e mezzo” su La7. La conduttrice Lilli Gruber ha chiesto il parere dell’esperta, che insegna all’Università di Padova.

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AstraZeneca, cosa consiglia la immunologa Viola

A suo dire “la seconda dose non va fatta ai giovani e specialmente alle donne”. Lei stessa specifica che i casi letali sulle seconde dosi risultano in quantità inferiori, ma per un preciso motivo. E cioè che sono state svolte meno vaccinazioni di richiamo.

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La dottoressa spinge affinché la seconda dose venga svolta con il vaccino di un’altra casa. E già ha preso corpo con prepotenza l’ipotesi di affidarsi a Pfizer, con già diversi commenti favorevoli da parte di esperti ed addetti ai lavori.

Dalla Gruber, Antonella Viola smonta anche l’eventualità che fa riferimento ad una ipotetica “terza dose”. I dati odierni dimostrano che chi si è fatto vaccinare già due volte risulta ancora protetto, anche a distanza di nove mesi.

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Qualora un considerevole numero di vaccinati dovesse risultare positivo, ciò sarà da imputare a qualche variante del virus. In tal caso bisognerà procedere con un vaccino differente.

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