Denise Pipitone, avviso di garanzia alla ex pm: qualcosa non torna

E’ fissata per il 23 dicembre la prima udienza del processo a carico della ex pm Maria Angioni, la prima indagare sulla scomparsa di Denise Pipitone. Perché tanta solerzia solo con lei?

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L’ultimo colpo di scena dell’intricata vicenda della scomparsa di Denise Pipitone, ormai 17 anni fa a Mazara del Vallo dove l’allora bambina viveva con la madre Piera Maggio, è l‘avviso di garanzia per false dichiarazioni ai pm che il 18 giugno scorso è stato notificato alla ex pm Maria Angioni, la prima a indagare sulla sparizione di Denise e oggi giudice del lavoro a Sassari, dopo la sua denuncia nel corso di alcune dirette televisive della rete di protezione attorno alla famiglia Pulizzi-Corona e del fatto che alcuni sospettati del rapimento di Denise sapessero di essere intercettati grazie alla complicità di alcuni rappresentanti della polizia giudiziaria.

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La ex pm in un post postato su facebook lo scorso 10 luglio è ritornata sull’interrogatorio che le è costato un avviso di garanzia in quanto, secondo i suoi colleghi, trattandosi di fatti risalenti al 2004 e al 2005, potrebbe essere stata tradita dalla memoria: “Se ritrattassi e, abiurando, e dichiarassi che quanto detto al pm non è vero, il procedimento penale a mio carico si chiuderebbe subito. Io, invece, mi sto studiando e valuterò tutti gli atti, anche quelli contenuti nei numerosi stralci a mod.44 e a mod.45 che disposi all’epoca per esigenze di particolare segretezza, e ho già depositato una denuncia penale per falsità materiale in atto pubblico. Io voglio il processo, è una cosa che devo a me e a tante altre persone che hanno diritto a giustizia e verità”.

Denise Pipitone, avviso di garanzia alla ex pm. La prima udienza il 23 dicembre

In un successivo post Maria Angioni ha specificato di aver chiesto di essere sottoposta a un nuovo interrogatorio solo dopo essere entrata in possesso degli atti del filone principale del processo in maniera tale da poterli riesaminare. Ma la Procura le ha negato il rinvio, dopo aver proposto delle date incompatibili con l’esigenza per la ex pm di rendere dichiarazioni corroborate dagli atti, mandandola, quindi, a processo, con la prima udienza calendarizzata per il prossimo 23 dicembre davanti al giudice monocratico del Tribunale di Marsala.

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Una tale solerzia che induce a interrogarsi sul perché mai la Procura non abbia proceduto con analoga alacrità nei confronti dei tanti sospettati e testimoni che nel corso degli anni hanno fornito notizie false, e non ricordi imprecisi come nel caso della Angioni, e hanno dichiarato, ad esempio, di trovarsi in luoghi diversi da quelli dove effettivamente erano.

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