Il dramma ucraino in passerella con Balenciaga: la sfilata sotto la tempesta di neve

Lo stilista georgiano, che negli anni ’90 visse sulla sua pelle un altro conflitto che continua a tormentarlo a distanza di anni, ha dato vita a un toccante quanto destabilizzante fashion show che, inizialmente, aveva deciso di cancellare, ma che alla fine è stato (fortunatamente) realizzato, facendo rapidamente il giro del mondo per i messaggi politici che sono il leitmotiv dell’intera sfilata

Per poter comprendere a pieno la scelta dai fortissimi connotati politici che c’è dietro la sfilata di Balenciaga bisogna, prima, riferirsi a guardare a quella che è la storia del suo designer, Demna Gvasalia.

balenciaga-sfilata-neve-ucraina
(Canva)

Lo stilista è un rifugiato georgiano che, nel 1993, fu costretto a lasciare la sua terra per fuggire in Germania mentre nel suo paese imperversava la guerra civile e si susseguivano colpi di stato.

La ferita si rivela così il contorno fisico di un trauma interiore che, come spiega lo stesso Gvasalia nella lettera posizionata sopra le magliette lasciate ripiegate sopra le sedie per gli spettatori della sfilata.

“La guerra in Ucraina, ha innescato il dolore di un trauma che portavo dentro di me dal 1993, quando accadde la stessa cosa nel mio paese natale e io divenni per sempre un rifugiato” esordisce nel suo scritto Demna, che nella toccante lettera a cuore aperto, spiega le ragioni per le quali “lavorare alla sfilata” in questi giorni è stato “così incredibilmente difficile” in quanto “in un tempo come questo la moda perde la sua rilevanza e il suo stesso diritto di esistere. La settimana della moda suona come un’assurdità.”

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Serena Tibaldi (@seretibaldi)

 Proprio per questo motivo Gvasalia aveva, in un primo momento, deciso di cancellare la sfilata a cui sia lui che la sua squadra hanno lavorato duramente.

Alla fine, però, è prevalso un altro sentimento: “[…] Ho realizzato che cancellare lo show avrebbe significato darla vinta, arrendersi al male che mi ha ferito così tanto per quasi 30 anni. Ho deciso che non posso più sacrificare parte di me a questa guerra dell’ego insensata e senza cuore.”

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Balenciaga 🕊 (@balenciaga)

La sfilata nella tempesta di neve di Balenciaga in sostegno dell’Ucraina

Lo show inizia con una voce fuori campo in lingua ucraina all’interno del palazzo di ghiaccio.

Lo scenario è apocalittico e con richiami bellici. I modelli, infatti, arrancano sulla neve con una tempesta di vento che taglia i loro volti, mostrando le difficoltà nell’incidere e tenendo in mano come borse dei sacchi dell’immondizia.

E’ il nero a farla da padrona, colore prevalente in tutta la collezione presentata, con qualche accenno di bianco e di colore giallo che compare su alcuni degli abiti, fra cui alcuni a fantasia e qualche tono di blu e rosso.

balenciaga-sfilata-neve
(Instagram @balenciaga)

Gli elementi floreali, assieme ai capispalla over e i leggins ritornano come elementi distintivo della maison sotto la guida di Gvasalia .

Solo uno l’elemento che desta stupore: gli stivali a gamba molto larga.

balenciaga-sfilata-neve-stivali
(Instagram @balenciaga)

Ad accompagnare il fashion show ricreando un contesto bellico e a tratti apocalittico il soundtrack. Dopo un iniziale componimento al pianoforte dai tratti solenni, la musica cambia repentinamente, con un brano tekno (e non techno) i cui suoni esplosivi, accompagnati da lampi di luce, vogliono ricordare lo scoppio di ordigni bellici in lontananza.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Balenciaga 🕊 (@balenciaga)

 In chiusura torna la voce fuori campo che aveva aperto lo show, con la frase: “Io sono ucraino”, e sfilano due capi, fra i pochi colorati: uno giallo e uno blu, come la bandiera ucraina.

balenciaga-sfilata-neve-stivali
(Instagram @balenciaga)
Impostazioni privacy