La giacca di jeans è senza dubbio un evergreen, uno di quei capi che non possono mai mancare nell’armadio, non solo in primavera ma anche in estate. Un giubbotto leggero e pratico perfetto per il fresco della notte, quando si rientra tardi a casa, felici e spensierati.
Forse è questo che rappresenta la giacca di jeans, ricordi di gioventù. È un’icona di stile, un simbolo, molto più di un semplice capo. Tutto è cominciato negli anni ’50, durante i movimenti di ribellione che si svilupparono negli USA e successivamente anche in Italia.
Indossare abiti di jeans, che allora venivano utilizzati nelle fabbriche, era un modo di vestirsi alternativo, di fare scalpore. Così ben presto tutti i giovani che protestavano ne ebbero uno. Dopotutto si trovava facilmente e a buon mercato. Anche i vip iniziarono a indossare questo capo, addirittura ad alcuni venne bandito l’accesso ai luoghi più cool perché non era ritenuto sufficientemente in linea con lo stile.
Giacca di jeans, il simbolo della rivoluzione e della gioventù
La rivoluzione della giacca di jeans avvenne grazie a Levi’s. Infatti è stato il suo contributo alla lavorazione del materiale e poi alla creazione di prodotti specifici che ha permesso al giubbotto di jeans ma più in generale al prodotto di diventare un simbolo. Da lì il passo fu breve, negli anni ’70 divenne il capo degli hippie e si diffuse anche in Italia.
La storia inizia molto prima poiché addirittura i primi esempi di giacca di jeans, per quanto sembri assurdo, risalgono addirittura a metà ‘800. Ovviamente allora erano delle sperimentazioni, con Levis Strauss & Co è diventato un capo di alta moda a tutti gli effetti. Levi’s infatti ha creato la giacca di jeans come la intendiamo oggi, disegnandone diversi per ogni generazione. Ognuno ha un numero, i primi sono stati il 506XX e il 507XX.
Alcuni si ispiravano alle divise dei pompieri, altri a quelle dei motociclisti, il richiamo era sempre agli ambienti di lavoro con una serie di contaminazioni molto interessanti. La giacca denim addirittura venne associata i cowboy. Solo negli anni ’90 è diventato il capo di tutti, indossato senza più limiti di età, di genere e di stato sociale. Un capo che unisce un po’ tutti, bambini e adulti.
Il suo grande successo non è dovuto solo alla praticità e alla facilità con cui è possibile abbinarlo con tutto ma anche proprio dalla storia che evoca e il simbolo che è diventato. Quell’atto di ribellione ma anche di pura gioventù che racchiude che fa sognare ancora tutti.