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Trend e sfilate

Valentino docet: come lo stilista ha reso il suo stile unico e immortale

La moda di Valentino ha regnato e regnerà nel resto della storia: dalle forme alle silhouette, ripercorriamo il suo percorso incredibile!

Un nome, che potrebbe assomigliare a tanti altri seppur raffinato, ma che contiene una personalità di spicco intrigante, nostalgica a tratti e di una modernità pazzesca: Valentino ha segnato generazioni e generazioni di stilisti che pur volendo riprendere la sua scia, non solo hanno fallito miseramente, ma gli hanno concesso di affermarsi in questo suo nome, musicale, dolce e dal fascino incredibile.

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Una concezione dello stile classica e allo stesso tempo futuristica, un’idea di donna che seppur venendo da un ‘ceto’ medio/basso in un’epoca in cui vi erano ancora velate classi sociali, doveva sentirsi una regina in tutto e per tutto. Quella donna che Valentino ha tanto amato gli ha concesso di poter far baciare le labbra a chi lo nominava poiché è indubbia la sua fama, è indubbio il suo gusto.

Indiscutibile stilista di successo, negli anni ci ha garantito conquiste, soddisfazioni, ispirazioni e nessun limite. Dalla scoperta di quel fatidico rosso che diventerà per Pantone Rosso Valentino, all’utilizzo del rosa e dell’oro come firma autoritaria di bellezza. E noi oggi vogliamo portarvi un po’ a spasso nel tempo mostrandovi i tre momenti più iconici che hanno segnato la carriera del Garavani, ancora ad oggi per tutti semplicemente Valentino.

Valentino, l’amore per la donna e la moda: la sua fusione è avanguardia più pura di sempre

1962: nella Sala Bianca di Firenze un giovanissimo Valentino Garavani lancerà la sua primissima collezione, ancora volto freschissimo, aspirante stilista e che forse non sognava neppure di diventare così famoso come è oggi. In quegli anni la moda anni 60 cercava di dimenarsi dalle catene di uno stile passato contenuto e costretto, ma a Valentino non importa poiché la bellezza è un percorso che richiede tempo, costanza, determinazione e non bisogna adattarla alle tendenze effimere che di anno in anno scompaiono.

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Anni forti, anni di cambiamenti in cui dominano nella sua scena i contrasti bianco/nero, l’avorio e al massimo il grigioperla. Nel 1968 lancia la sua collezione total white, incuriosendo i più modernisti stilisti che già da un po’ avevano iniziato ad accorciare, tagliare, mostrare: le sue sono gonne lunghissime, quasi gessate, strutturate e talmente eleganti da non poter produrre parole superflue. Arrivano poi gli anni 90 e il Garavani inizia a uscire dalla sua comfort zone puntando molto sulle fantasie. Pois, righe, applique volant per creare movimento e poi bustier, corpetti avvitati e uso del quadrettato in stile scozzese, in cui potevamo già notare un rosso ancora nascosto.

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Sono i fine anni 90 a regalarci per sempre il Rosso Valentino: propone un’intera collezione di abiti, lunghi, sexy, elegantissimi e chic con questa nuance che non è un arancione, non è un corallo, ma neppure un bordeaux o un vinaccia. Semplicemente è il suo rosso, ad oggi categorizzato in una vera e propria scala di colori Pantone. Nonostante il fare prorompente della colorazione, i suoi modelli sono di una delicatezza scatenata, merito delle lavorazioni sartoriali meticolose in chiffon, in seta, quei drappeggi maestosi, ma che nell’insieme non distaccano dal contesto di partenza.

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Arriva poi un cambio, un’evoluzione ancora più palpabile in cui dal rosso lo stilista inizia a sfumare, a ricercare nuove nuance che potessero confarsi all’esigenza di esprimere la femminilità della donna. Appaiono quindi i lilla tenui oppure i rosa intensi, che l’attuale direttore creativo della maison, Pierpaolo Piccioli riprenderà durante l’ultima F/W 2022 Valentino in Pink. Il Garavani decide insieme al socio Giancarlo Giammetti di vendere la società per 500 miliardi di lire nel 1998, ma il suo stile e la sua grazia resteranno intatti dai successivi direttori creativi. Nel 1968 la rivista Woman wear daily lo definì il Re della moda italiana, l’anno precedente ricevette il prestigioso premio Neimas Marcus Award e molti suoi abiti vennero allestiti in diversi musei, tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York. Il suo immenso nome ancora per molto verrà pronunciato dagli stilisti passati e certamente futuri!

Cesare Orecchio

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