First Lady italiana, Agnese Landini è la moglie di Matteo Renzi, presidente del Consiglio. La donna ha 44 anni, è professoressa di lettere in un liceo del capoluogo toscano, non ama la visibilità pubblica, tanto che raramente concede interviste sulla sua vita, o su quella del più celebre consorte. Ma chi è davvero Agnese Landini?
Nata a Firenze nel 1976, Agnese Landini ha un fratello – Filippo – che fa il prete. Durante la giovane età, Agnese è stata anche scout nella AGESCI. Conosciuto il marito, Matteo Renzi, sposerà il futuro premier il 27 agosto 1999: dall’unione nasceranno tre figli, Francesco, Emanuele e Ester. Così come suo marito, è cattolica praticante. È un’insegnante di italiano, latino e storia, in un istituto scolastico fiorentino.
Tra le principali passioni di Agnese spiccano quelle per la corsa, la lettura, l’Opera e la musica classica. Quando Renzi è stato nominato primo ministro, per scelta condivisa la “first lady” ha preferito rimanere nella sua residenza di Pontassieve, vicino a Firenze, con i tre figli.
Pur non tantissime, Vanity Fair qualche tempo fa riuscì a elaborare una serie di interessanti curiosità su Agnese Renzi, catalogandole con ogni lettera dell’alfabeto. Si scopre così che alla T di trucco, la donna non preferisce trucchi particolarmente insistenti, limitandosi così a un nude look acqua e sapone che possa premiare la propria immagine naturale. O che, alla lettera V di vincita, si può ripercorrere una delle prime uscite “pubbliche” del marito: Matteo Renzi, come noto, fu concorrente della Ruota della Fortuna, dove riuscì a vincere 48 milioni di lire.
Alla lettera Q di Questione di preferenza si ricorda invece un episodio che Agnese non ricorda con molto piacere: una corsia preferenziale presa per sbaglio guidando la macchina privata del marito, con il tagliando del permesso del comune di Firenze. Un episodio che qualcuno non mancò di sottolineare…
A proposito di critiche, tante furono le “cattiverie” sottolineate quando, proprio in seguito a un provvedimento intrapreso dal governo guidato dal marito (la “Buona scuola”), fu assunta a tempo indeterminato vicino a casa proprio. All’epoca Agnese ebbe giustamente modo di commentare con particolare gioia tale passaggio (“era il massimo che mi potessi aspettare, sono molto contenta, come le tante colleghe e i tanti colleghi che hanno ricevuto la proposta. Penso di poter dire che finisce il mio precariato, a me come a tantissime persone: c’è una graduatoria, senza possibilità di favoritismi”), tuttavia molte furono le sottolineature piuttosto aspre.
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