Brumotti aggredito: stava girando un servizio sullo spaccio a Roma

Vittorio Brumotti è stato aggredito nuovamente mentre girava un servizio sulle zone di spaccio di Roma: come sta l’inviato di Striscia.

Prosegue il lavoro di documentazione del degrado e dello spaccio nelle città italiane di Vittorio Brumotti. L’inviato di Striscia la Notizia ha in questi anni si è reso protagonista di diversi servizi riguardanti la problematica che affligge le città italiane e in diverse occasioni è stato aggredito dai soggetti inquadrati. Ciò nonostante Brumotti non si è lasciato intimidire da pestaggi e minacce, continuando questo pericoloso lavoro di denuncia delle attività illegali.

L’ultima tappa è stata il Quarticciolo, quartiere della Capitale nel quale si svolge un’intensa attività di spaccio. La troupe di Canale 5 era stata accompagnata in zona dal giornalista Vincenzo Rubano ed è stata aggredita mentre si trovava in via Ostuni. Poco dopo l’inizio dell’aggressione, la troupe di Striscia ha chiamato le forze dell’ordine e richiesto un intervento urgente. In zona sono giunge diverse pattuglie dei Carabinieri che si sono frapposte tra gli aggressori e gli aggrediti, permettendo alla Brumotti, Rubano e al cameraman di andare in una zona sicura.

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Brumotti aggredito a Roma: sui social spuntano minacce

Per fortuna le conseguenze del pestaggio non sono state gravi e le vittime se la sono cavata con qualche contusione e ferita. Subito dopo l’accaduto è stato lo stesso Brumotti a condividere quanto successo condividendo alcuni dei commenti che sono stati fatti sui social dopo l’aggressione. Tra questi si legge chi gli scrive: “Fa il bravo a Roma che ti svegli dentro un sarcofago nell’Oceano Atlantico” oppure “Avete fatto bene”.

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L’ennesimo brutto episodio, sul quale adesso stanno indagando i Carabinieri di Roma. Dopo aver raccolto le testimonianze e le immagini, infatti, i militari dell’Arma hanno aperto un’inchiesta per cercare di individuare i responsabili dell’aggressione. Per il momento non sono stati condivisi gli sviluppi dell’investigazione, probabilmente per non allertare i colpevoli sui sospetti.

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