SuperLega, Andrea Agnelli pessimista: “Non ha senso senza le inglesi”

Il progetto SuperLega, osteggiato dal mondo intero sin dal momento del suo annuncio, vede ora tutto lo sconforto del presidente della Juventus.

Superlega Ceferin Agnelli
Superlega Ceferin aveva attaccato con durezza Agnelli FOTO Getty Images

SuperLega, il progetto è destinato a tramontare dopo appena qualche giorno. Non ci è voluto molto affinché alcuni membri fondatori alla fine si tirassero indietro. La scelta ha riguardato in particolar modo Manchester United, Manchester City, Chelsea, Tottenham, Liverpool ed Arsenal.

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Tutte quante loro hanno fatto sapere di avere rinunciato ufficialmente alla partecipazione al torneo d’élite annunciato domenica tra mille polemiche. Con questa comunicazione che ha scatenato un terremoto capace di scuotere anche altri ambienti al di fuori del mondo del calcio.

Adesso Andrea Agnelli commenta la fuoriuscita delle squadre d’Oltremanica in termini negativi. Il presidente della Juventus, che pure aveva annunciato di volere partecipare alla SuperLega assieme ad Inter e Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito. “Senza i club inglesi non possiamo più andare avanti con questo progetto”.

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SuperLega, quali sono le squadre rimaste

A questo punto restano coinvolte solamente Juventus, Inter, Milan, Real Madrid, Barcellona ed Atletico Madrid, dopo la fuoriuscita delle sei compagini della Premier League. Quindi solo tre big di Serie A ed altrettante della Liga Spagnola.

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Sui motivi delle critiche avanzate alla SuperLega, anche da esponenti della politica, c’è da dire che non piace la natura elitaria che caratterizza questo torneo. Non si comprende bene il motivo che sta a monte della partecipazione di alcune squadre, se volessimo attenerci strettamente alla classifica.

Infatti l’Arsenal viene da annate molto deludenti ed attualmente si trova al centro della graduatoria nel suo campionato. Così come il Tottenham non vince niente di rilevante da parecchie stagioni. E lo stesso vale per Inter e Milan, nonostante adesso i nerazzurri abbiano messo le mani sullo scudetto 2020/2021.

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La natura elitaria del progetto e che esula da qualunque tipo di meritocrazia sportiva ha scatenato le proteste di tanti. Si tratta chiaramente di un piano sorto per motivazioni esclusivamente economiche e che UEFA e FIFA osteggiano in pieno.

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