Omicidio Vannini, Antonio Ciontoli: la richiesta appena entrato in carcere

Nell’ambito dell’omicidio Vannini, Antonio Ciontoli avanza una richiesta al direttore del carcere di Rebibbia. E che avviene a moglie e figlia.

Omicidio Vannini Marco con la famiglia Cioontoli
Omicidio Vannini Marco con la famiglia Ciontoli Foto dal web

Omicidio Vannini, la sentenza di condanna per Antonio Ciontoli e per i componenti della sua famiglia sono definitive. La Corte di Cassazione ha riconosciuto lui, la moglie Maria Pezzillo ed i loro figli Federico e Martina colpevoli a vario titolo per la morte di Marco Vannini, avvenuta il 18 maggio 2015.

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Il giovane di Ladispoli venne raggiunto da un colpo di pistola di proprietà di Antonio Ciontoli. E dopo il ferimento rivelatosi letale, i Ciontoli ritardarono in maniera colpevole i soccorsi e l’intervento di una ambulanza.

Antonio ha ricevuto una pena di 14 anni per omicidio con dolo eventuale. Gli altri suoi congiunti rimarranno in cella per i prossimi 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio. Dopo questa sentenza definitiva per l’omicidio Vannini, è giunta una richiesta da parte del capofamiglia.

Lui si è rivolto direttamente al direttore del carcere di Rebibbia affinché potesse attemperare ad un suo desiderio. “Mio figlio Federico è solo un ragazzo, chiedo di potere stare in cella assieme a lui”. Un appello immediatamente caduto nel vuoto.

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Omicidio Vannini, stessa cella per moglie e figlia di Ciontoli

La motivazione ufficiale circa il no avanzato a questo desiderio sarebbe da ricercarsi in delle non meglio specificate “questioni di protocollo”, come riporta il quotidiano ‘Il Messaggero’. A Rebibba Ciontoli padre e figlio si sono presentati insieme, a poche ore di distanza dall’emissione della sentenza di condanna ai loro danni.

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Lì dovranno sottostare ad isolamento per rispettare le norme anti pandemia vigenti. Poi comincerà a tutti gli effetti la loro detenzione. Stessa cosa hanno fatto anche Maria Pezzillo e Martina Ciontoli.

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Pure loro sconteranno la loro pena nel carcere di Rebibbia, all’interno della sezione femminile. In questo caso madre e figlia trascorreranno il loro periodo detentivo insieme.

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