Andrea Cardella: chi è il figlio adottivo di Marina Ripa di Meana

Cosa sapere su Andrea Cardella: chi è il figlio adottivo di Marina Ripa di Meana, la battaglia con Lucrezia Lante della Rovere.

(screenshot video)

Classe 1963, Andrea Cardella venne adottato a 48 anni da Marina Ripa di Meana e da suo marito Carlo Ripa di Meana. Legato moltissimo ai suoi genitori adottivi, l’uomo dopo la loro morte ha avuto qualche tensione con la sorella Lucrezia Lante della Rovere, ma andiamo con ordine. Della sua vita in infanzia e adolescenza, non sappiamo nulla.

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Addirittura diventa noto proprio una decina di anni fa, quando a 48 anni suonati viene adottato da parte di Marina Ripa di Meana e di suo marito Carlo, nonostante comunque abbia una famiglia naturale. Tanti sono i misteri legati a quella particolare adozione, sta di fatto che diviene fratello acquisito di Lucrezia Lante della Rovere.

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Chi è Andrea Cardella: la battaglia per la difesa di Marina Ripa di Meana

Tutto tra fratelli sembra procedere per il verso giusto fino alla morte, nel 2018, di Marina Ripa di Meana, a causa di un male incurabile. Il vedovo Carlo non sopravvive troppo tempo senza la sua compagna di vita e viene a mancare qualche mese dopo. Così per Andrea Cardella, ritrovatosi orfano dei genitori adottivi, inizia una sorta di calvario. Ospitato dal programma televisivo “Domenica Live”, confessa di aver seri problemi finanziari. Ha così dovuto abbandonare la casa dove viveva anche con i cani della “mamma” Marina.

Contestualmente, qualche tempo dopo, sorgono i primi screzi con la sorellastra Lucrezia Lante della Rovere, legati alla memoria della madre: l’attrice vuole tenere per sé le ceneri di sua mamma, il fratellastro sottolinea che le intenzioni di Marina Ripa di Meana è che queste venissero disperse nel vento. Andrea Cardella, che per mantenersi ha anche fatto il cameriere, a ‘Storie Italiane’ ha accusato Lucrezia Lante della Rovere: “Ora che è morta vuole tenersela stretta ed invece quando era in vita e stava male, la chiamava ma lei era sempre impegnata a fare qualcosa”. La battaglia in difesa della memoria della madre adottiva va avanti anche nei mesi successivi.

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