Covid Italia, la situazione attuale: “Buone notizie per settembre”

Il quadro Covid Italia lascia ben sperare per il futuro. Occorre proseguire su questa strada per arrivare ad un grande traguardo dopo l’estate.

Covid Italia la campagna vaccinale sta facendo la differenza
Covid Italia la campagna vaccinale sta facendo la differenza FOTO Getty Images

La Fondazione Kessler ha elaborato una serie di proiezioni volta a fornire il possibile quadro della situazione Covid Italia per il prossimo mese di settembre. E vige un certo ottimismo da parte dell’ente, che fornisce ufficialmente i dati sulla pandemia all’Istituto Superiore di Sanità.

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Nella migliore possibile delle situazioni, a settembre potremmo abbandonare le mascherine all’aperto. Ma questo accadrebbe solamente raggiungendo un ritmo di mezzo milione di vaccinazioni al giorno, con tra l’altro questa stima che risale già ad alcuni mesi fa.

Molto però potrà farlo anche il comportamento individuale: più persone continueranno a rispettare le regole ben note e più sarà facile avvicinarsi a quanto descritto dalla Fondazione Kessler. In particolar modo da chi non ha ancora ricevuto il vaccino.

Tra questi ci sono numerosi giovani, che possono veicolare il virus andando a scuola, al lavoro o a prendere l’aperitivo. Una cosa che deve essere limitata al massimo, in particolar modo con il propagarsi delle diverse forme di varianti.

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Covid Italia, al momento un italiano su due è immune

Nel corso di questo quasi anno e mezzo di pandemia si pensa che ci sia un numero medio di italiani che hanno sviluppato gli anticorpi pari a circa 13-14 milioni, perché colpito dal Covid e poi guarito. Ce ne sono altri 19 milioni che risultano immuni proprio grazie al vaccino: tutti questi hanno ricevuto almeno la prima dose.

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Una buona notizia risiede nel fatto che la maggior parte degli anziani è ora immunizzata. Ne consegue che, nel novero della attuale situazione Covid Italia, almeno il 50% degli italiani risulta ad oggi protetta dal virus.

Secondo gli esperti, bisogna arrivare al 75% della popolazione per annullare il rischio di trasmissione misurato in indice R0. Per cui occorre potenziare non solo la campagna vaccinale ma anche il tracciamento dei nuovi positivi.

Una cosa alla quale devono provvedere le regioni. C’è poi un’altra buona notizia legata alle riaperture avvenute a partire dallo scorso 26 aprile.

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Quali sono gli obiettivi da centrare

Le stesse non hanno comportato ripercussioni negative sull’indice di contagio Rt, che ora è sotto al valore critico di 1 e che ha porta l’Italia ad essere tutta gialla, con anche tre regioni in zona bianca a partire dal 31 maggio.

Tale status privilegiato toccherà a Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Molise, poi a metà giugno potrebbero aggiungersi almeno altre sette regioni. L’obiettivo è arrivare a massimo 50 casi ogni centomila abitanti, a fronte dei 73 attuali.

Mentre sembra verosimile scendere al 10% sia per i posti occupati nei reparti Covid che in terapia intensiva. Tutte le regioni si trovano adesso sotto ai valori di criticità di rispettivamente il 40 ed il 30%.

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